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I Santi Patroni di Ossona
San Cristoforo
San Cristoforo, martire in Licia nel 250, durante la persecuzione dell’imperatore Decio, fu uno dei «quattordici santi ausiliatori», colui che avrebbe portato sulle spalle un bambino, che poi si rivelò Gesù.
Il testo più antico dei suoi Atti risale all’VIII secolo. In un’iscrizione del 452 si cita una basilica dedicata a Cristoforo in Bitinia. Cristoforo fu tra i santi più venerati nel Medioevo; il suo culto fu diffuso soprattutto in Austria, in Dalmazia e in Spagna. Chiese e monasteri si costruirono in suo onore sia in Oriente che in Occidente.
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San Bartolomeo
Apostolo martire nato nel I secolo a Cana, Galilea, morì verso la metà del I secolo probabilmente in Siria. La passione dell’apostolo Bartolomeo contiene molte incertezze: la storia della vita, delle opere e del martirio del santo è inframmezzata da numerosi eventi leggendari.
Il vero nome dell’apostolo è Natanaele. Bartolomeo giunse a Cristo tramite l’apostolo Filippo. Dopo la resurrezione di Cristo, Bartolomeo fu predicatore itinerante (in Armenia, India e Mesopotamia). Divenne famoso per la sua facoltà di guarire i malati e gli ossessi.
Bartolomeo fu condannato alla morte Persiana: fu scorticato vivo e poi crocefisso dai pagani. La calotta cranica del martire Bartolomeo si trova dal 1238 nel duomo di San Bartolomeo, a Francoforte.
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San Grato
San Grato fu quasi certamente il presbitero che, dichiarandosi inviato di Eustasio proto-vescovo di Aosta, firmò la lettera del Concilio Provinciale di Milano inviata nel 451 a papa Leone Magno, in occasione della soluzione del problema delle due nature in Cristo. Alla morte di Eustasio, nella seconda metà del V secolo, Grato divenne vescovo di Aosta.
Eustasio e Grato potrebbero essere stati di origine greca. Entrambi potrebbero avere studiato nel cenobio eusebiano di Vercelli perché Aosta era compresa nel territorio di questa città e perché Sant’Ambrogio, nella lettera ai vercellesi, dice che le Chiese dell’Italia settentrionale si rivolgevano a quel cenobio per scegliere i propri pastori.
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Santi Nabore e Felice
Nabore e Felice erano due soldati di origine nordafricana, arrivati a Milano nel IV secolo per servire nell’esercito di Massimiano. Divennero cristiani e, a Lodi Vecchio, furono giustiziati per aver disertato. Si trattava in realtà di un’«epurazione» dei cristiani dai ranghi militari.
I corpi furono portati nella basilica milanese detta “Naboriana”. Il loro culto pian piano decadde, e con esso la chiesa, fino a che, nel XIII secolo, i francescani non ravvivarono tutt’e due.
Nel 1799 i martiri furono traslati nella basilica di Sant’Ambrogio. Ma i busti con i crani sparirono e furono ritrovati 160 anni dopo presso un antiquario belga.
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Sant'Ilario
Ilario, nato a Poitiers, in Francia, intorno al 315, era un pagano che cercò il senso della vita dapprima nelle dottrine neoplatoniche, poi - dopo la lettura della Bibbia - nel cristianesimo.
Nobile proprietario terriero, sposato e con una bimba, poco dopo il battesimo fu acclamato vescovo di Poitiers.
Combatté l'eresia ariana attraverso le sue opere, la più famosa delle quali è il 'De Trinitate". Approfondì gli studi anche durante sei anni di esilio.
Tornato in sede ebbe come collaboratore il futuro vescovo di Tours, san Martino.
Morì nel 367. Pio IX lo ha proclamato Dottore della Chiesa.
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